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 2001  maggio 24 Giovedì calendario

"Con la Liberazione, Sartre e Simone de Beauvoir dovettero abbandonare i caffè di Saint-Germaine, dove avevano vissuto

"Con la Liberazione, Sartre e Simone de Beauvoir dovettero abbandonare i caffè di Saint-Germaine, dove avevano vissuto. Verso il ’42, il proprietario del ”Flore”, Paul Boubal – che aveva comperato il glorioso caffè del Secondo Impero poco prima della guerra, e vi aveva installato una grandissima stufa – aveva visto approdare un signore strabico, con un cappotto di falsa pelliccia e una pipa di erica, che si era sistemato a un tavolino dall’apertura a mezzogiorno, e dal pomeriggio alla chiusura. Poi era arrivato con una signora, grande e seria come un’istitutrice; ma si insediavano in tavoli diversi, e scrivevano tutto il tempo. Boubal aveva notato che la signora cercava di arrivare all’apertura, per sistemarsi al posto migliore, accanto ai tubi della stufa. Passarono molti mesi prima che Boubal riuscisse a sapere, da una telefonata, il nome di quel bizzarro signore quieto, col calamaio davanti al posto della consumazione, e poi l’identità della signora di aspetto piacente, che scriveva diligentemente in mezzo alle ordinazioni dei camerieri, Pascal e Jean, detto Descartes. Da allora, durante i bombardamenti, quando il caffè si vuotava, gli amanuensi venivano fatti ritirare al piano superiore, perché il lavoro doveva continuare. Dopo cena, i due ricevevano gli amici. A Boubal ci volle un po’ di tempo per capire che Sartre e Simone de Beauvoir stavano per far entrare il suo caffè nel mito".