Sergio Bocconi sul Corriere della Sera del 24/05/01 a pagina 2., 24 maggio 2001
La storia del gruppo Edison inizia nel 1883, con l’accensione delle lampadine di Piazza della Scala grazie alla dinamo Jumbo
La storia del gruppo Edison inizia nel 1883, con l’accensione delle lampadine di Piazza della Scala grazie alla dinamo Jumbo. Viene nazionalizzato dal centro sinistra nel 1964 e assume un ruolo dominante nel ’66, quando Enrico Cuccia, fondatore di Mediobanca, si fa promotore di una delle prime grandi fusioni italiane: la Edison di Giorgio Valerio acquista la Montecatini. Nasce così la Montedison, un gruppo che controlla l’80 per cento della chimica nazionale, ha 400 mila azionisti, fattura oltre 1000 miliardi ed è il primo aggregato industriale d’Italia. Dopo l’era Cefis e l’Opa di Sindona, è Mario Schimberni il nuovo amministratore delegato e la Montedison passa alla Gemina. Nell’85 e nell’86 Schimberni scala la Bi-Invest e la Fondiaria; nell’87 arriva Raoul Gardini, che lo licenzia dopo pochi mesi. Gardini s’indebita, arriva all’aperto dissidio con l’Eni, i politici, la famiglia. La società è in agonia, nel frattempo è iniziata Tangentopoli. Dopo il suicidio di Gardini, la Montedison cola a picco con un debito di 30 mila miliardi di lire. Mediobanca cerca di riprenderne le fila, organizzando un consorzio bancario di salvataggio e consegnando la presidenza del gruppo prima a Guido Rossi e, dal ’95, a Luigi Lucchini. La guida viene affidata a Enrico Bondi, che si afferma come il risanatore, semplificando, tagliando i debiti, riportando i conti in attivo (viene ridotto quasi a zero il peso della chimica, limitata la crescita nell’agroindustria e dato il massimo rilievo all’energia). Con la morte di Cuccia le cose cambiano di nuovo: Roman Zaleski «diventa il primo azionista della holding guidata da Bondi e chiarisce subito: l’obiettivo è l’energia, la Edison. Il varco è ormai aperto. Arriva il gigante pubblico francese Edf» (Sergio Bocconi).