Cesare Zavattini pag.727, 26 maggio 2001
Notturno -1960 - Talvolta l’insonnia è la punizione per aver prolungato indebitamente il piacere del leggere, un piacere immediaro a danno del sonno che è invece risparmio per dopo e non godi durante
Notturno -1960 - Talvolta l’insonnia è la punizione per aver prolungato indebitamente il piacere del leggere, un piacere immediaro a danno del sonno che è invece risparmio per dopo e non godi durante. Avevo guardato a lungo l’alluce, che usciva da in fondo al lenzuolo coi suoi movimenti in proprio. Non riuscivo a riempire lo spazio tra me e l’alluce, c’era una valle di assenza. Tirai su la gamba reinserendo l’alluce nel resto e la coperta assunse la forma di una montagna attraversata da un insetto, di cui cerco il nome da anni o meglio desidero cercarlo ma non metto in atto niente di risolutivo, non più grande del segno che fa la punta aguzza di una matita calcata su un foglio, non è facile catturarlo, con la vista si può scambiare per le... (parola che sapevo e si nasconde quando la cerco; nel cercare le parole si compiono operazioni intraducibili in parole; con le parole si pensa secondo quelle che hai, se le avessi tutte a disposizione parlerei dalla mattina alla sera fino a essere il giorno stesso ma c’è già il giorno); di fronte al mio dito, col quale per distrarmi gli impedivo di proseguire, l’invisibile puntolino si arretava, deviava, retrocedeva, si gareggiò a lungo, finché il dito lo schiacciò, o meglio lo toccò involontariamente e lo rintracciai a stento sul polpastrello. Un sonnellino di un’ora fu angustiato dal sogno che mi trovavo su un palcoscenico inopinatamente di fronte a un pubblico di occhi, nemici e amici aspettano che io apra bocca e non so la parte, ma perché ho accettato? e spero di essere un altro.