Sergio Frau, la Repubblica 22/08/2000, 22 agosto 2000
«I greci che sparlano dei fenici sono roba recente, roba da ultimo secolo dopo Cristo come Diodoro il Siculo, per esempio
«I greci che sparlano dei fenici sono roba recente, roba da ultimo secolo dopo Cristo come Diodoro il Siculo, per esempio. E che fa? lui che si diverte a costruire quel Moloch mangiabambini che incanterà poi il Flaubert grandguignolesco di Salambò. Lo fa in una Sicilia ancora spaventata da Cartagine. Oggi però siamo in grado di smontargli il mostro pezzo per pezzo. Come? Indagando su quel che ha usato per costruirlo. Diodoro il Siculo infatti racconta il sacrificio dei bambini e descrive per bene la statua di quello che anche lui chiama Cronos traducendo alla greca Baal. Ma quello che nasce è un mostro tutto suo, non certo dei cartaginesi. un’invenzione realizzata montando insieme pezzi di Talos, il mitico guardiano di bronzo che proteggeva Creta ai tempi di Minosse, e del terribile Toro di Falaris. Ma di Moloch non parla anche la Bibbia? Basta rileggersi il secondo libro dei Re, lì dov’è scritto: ”Egli profanò il Tophet, nella valle di Ben Hinnom, in modo che nessuno facesse più passare attraverso il fuoco suo figlio o sua figlia in onore di Moloch”. Non si parla mai di sgozzamento di bambini, si parla di cremazione, pratica condannata dalla nuova religione degli ebrei. Ma allora tutte quelle stele nel Tophet di Salambò? I Tophet non sono mica necropoli. Sono aree sacre a cielo aperto. Migliaia di iscrizioni parlano chiaro: in nessuna si fa accenno a sacrifici infantili. Io ormai sono convinto che quei genitori, privati di figli talmente piccoli da non poter essere considerati corpi da necropoli come gli adulti, ne restituivano le ceneri nei Tophet chiedendo la grazia di averne presto un altro. Polibio e Tito Livio sembrano darmi ragione: non ne parlano affatto e certo se avessero avuto prove serie contro Cartagine le avrebbero usate» (l’archeologo Mohamed Fantar a proposito dei Tophet, dove le pietre parlano del sacrificio di bambini a una divintà).