Ettore Vittorini, Corriere della Sera 20/09/2000, 20 settembre 2000
Il calco in gesso del professor Franco Malleri, ricostruito sulla base dei resti trovati 30 anni fa a Firenze sotto il pavimento del Duomo di Santa Maria del Fiore, possiede le stesse caratteristiche fisiche storicamente attribuite a Giotto: corporatura massiccia, braccia e gambe corte, collo taurino e testa grossa; naso piccolo e appuntito, volto asimmetrico e fronte sfuggente
Il calco in gesso del professor Franco Malleri, ricostruito sulla base dei resti trovati 30 anni fa a Firenze sotto il pavimento del Duomo di Santa Maria del Fiore, possiede le stesse caratteristiche fisiche storicamente attribuite a Giotto: corporatura massiccia, braccia e gambe corte, collo taurino e testa grossa; naso piccolo e appuntito, volto asimmetrico e fronte sfuggente. Particolari a conferma che le ossa sono proprio di Giotto: «Lo scheletro mostra segni di osteoporosi tipici di un’età avanzata (l’artista morì a 70 anni) e di una frattura al femore subìta molto prima della morte; indicano che mangiava molta carne, formaggi, legumi e nocciole, alimenti che poteva permettersi una persona ricca come lui; le articolazioni della mandibola dimostrano che quei resti appartenevano a un buon parlatore. E lui lo era». Nelle ossa, quantità superiori alla norma di manganese, arsenico, piombo e alluminio: «Erano veleni contenuti nei colori dell’epoca, che l’artista assorbì durante la sua carriera. Si sa inoltre che il pittore era solito tenere spesso il manico del pennello tra i denti. E noi abbiamo trovato profondi solchi provocati dal legno tra i denti dello scheletro». Lo storico dell’arte Alessandro Parronchi è invece scettico: «Giotto era più brutto», potrebbe trattarsi di uno dei «tanti artigiani che lavorarono alla fabbrica del Duomo e furono sepolti in quelle fondamenta». Replica: «Dovrebbe allora essere un sosia di Giotto».