Mariarosa Mancuso sul Corriere della Sera del 29/05/01 a pagina 35., 29 maggio 2001
Come scrive Aurelio Picca: «Salgo in macchina, cerco un posto in campagna o al mare, con un bel paesaggio o una bella luce, parcheggio e me ne sto sul sedile a scrivere per due o tre ore, spesso fin quando arriva il buio
Come scrive Aurelio Picca: «Salgo in macchina, cerco un posto in campagna o al mare, con un bel paesaggio o una bella luce, parcheggio e me ne sto sul sedile a scrivere per due o tre ore, spesso fin quando arriva il buio... Quando scrivo niente tè, niente caffè o sigarette. Se inizio di mattina non mi lavo neppure la faccia... Uso il vocabolario per risolvere i dubbi ortografici che mi vengono anche con parole semplici come biblioteca o acquistare. D’estate quando lavoro in casa me ne sto nudo o in mutande. D’inverno aggiungo il minimo indispensabile, più calze e pantofole... Varie volte al giorno chiamo amici e amiche al telefono, e leggo loro quel che sto scrivendo, anche cinque o sei pagine per volta».