Massimo Cesreo, LíEspresso 5/10/2000, 5 ottobre 2000
«Tanti monumentali studi su Michelangelo e nessuno che abbia mai messo in discussione questa inverosimile attribuzione
«Tanti monumentali studi su Michelangelo e nessuno che abbia mai messo in discussione questa inverosimile attribuzione. Come mai? Per varie ragioni. La prima è che la statua di Giulio II è tra le meno rivoluzionarie – anzi, direi più convenzionali – realizzate da Michelangelo. La seconda è che è sempre stata poco visibile, per la polvere che ne offuscava la leggibilità e per la sua altissima posizione sulla facciata del monumento. [...] Infine la statua si trova in cattiva compagnia, accanto alle figure della sibilla, del profeta e della Madonna. Statue piuttosto brutte e certamente non autografe. Tutto ciò è stato fuorviante. Michelangelo ricorse spesso agli aiuti? Michelangelo odiava i collaboratori. Quando lavorava alla Cappella Sistina, nonostante l’immensa mole di lavoro, li cacciò via tutti. Ma allora era giovane e si trattava di dipingere. Quando invece terminò la tomba di Giulio II era vecchio e la scultura richiedeva forza fisica. Dovette ricorrere all’intervento di collaboratori. Ma con un certo imbarazzo e cercando sempre di limitare al minimo i loro interventi» (Cristoph Luitpold Frommel) .