Antonio DíOrrico, Sette n. 39/2000, 30 maggio 2001
«Per tornare al discorso della morte / se mi chiedete in che giorno io l’ho vista negli occhi / posso dirvelo, nella notte tra il 14 e il 15 aprile / di un anno lontano
«Per tornare al discorso della morte / se mi chiedete in che giorno io l’ho vista negli occhi / posso dirvelo, nella notte tra il 14 e il 15 aprile / di un anno lontano. Allora, per tutta una notte la vidi. / La morte aveva quel volto romano / pronto all’ambiguo accomodamento / quel volto di case dall’intonaco sfatto / e d’infermieri al bar gonfi d’indifferenza... / La ragazza era in fondo nel corridoio / nello studio del medico primario... / orribili assalti del male che la storcevano / o la irrigidivano con una mano tesa verso l’alto, / verso me, come a chiedere pietà o aiuto. / Solo una volta strinsi quella mano e pensai / di morire io al suo posto, sfidando una contabilità che mi escludeva... / e quando mi dissero: ”Vivrà”, risposi che andava bene / sapevo già tutto, avevano accettato il cambio / e ora dovevo mantenere la parola, come nelle tragedie» (poesia intitolata La spirale tentatively, di Flaiano, sulla figlia Luisa, gravemente malata, che gli sarebbe però a lungo sopravvissuta).