Nicola Dante Basile, Il Sole-24 Ore 05/10/2000, 5 ottobre 2000
Alla festa del tartufo bianco di Alba, l’assessore all’immagine Bruno Ceretto ha vietato la vendita di prodotti come paté e olii al tartufo: «In realtà si tratta di vere e proprie porcherie che utilizzano essenze ottenute in laboratorio, che alimentano un commercio per decine di miliardi ingannevole per il consumatore e che, in fin dei conti, mettono a repentaglio l’unicità e il valore del tartufo»
Alla festa del tartufo bianco di Alba, l’assessore all’immagine Bruno Ceretto ha vietato la vendita di prodotti come paté e olii al tartufo: «In realtà si tratta di vere e proprie porcherie che utilizzano essenze ottenute in laboratorio, che alimentano un commercio per decine di miliardi ingannevole per il consumatore e che, in fin dei conti, mettono a repentaglio l’unicità e il valore del tartufo». Il tartufo bianco (tuber magnatum Pico) può costare fino a 400 mila lire l’etto.