Carlo Brambilla, la Repubblica 18/10/2000, 18 ottobre 2000
«Il paziente ha potuto vedere la sua nuova mano destra? Certo. Appena ha aperto gli occhi e l’ha vista ha subito stretto forte il pugno per vedere se riusciva a muoverla
«Il paziente ha potuto vedere la sua nuova mano destra? Certo. Appena ha aperto gli occhi e l’ha vista ha subito stretto forte il pugno per vedere se riusciva a muoverla. Noi abbiamo lanciato un urlo. Di terrore. Rischiava di distruggere in un momento tutto il nostro lavoro. troppo presto per muovere la mano. Lui lo sapeva, lo avevamo avvertito. Ma l’emozione di rivedere, dopo vent’anni, le dita che si muovono è troppo forte. Difficilmente i pazienti resistono alla tentazione. Per fortuna lo abbiamo fermato in tempo... Qual è stato il momento più emozionante dell’operazione? Ce n’è uno particolarmente magico. quello, a metà circa dell’intervento, in cui, collegate tutte le terminazioni nervose, il tessuto osseo e quello muscolare, il sangue comincia a scorrere nei vasi. La mano che prima era fredda e bianca diventa calda e rosa. La vita» (il chirurgo Marco Lanzetta, che ha effettuato il trapianto a Monza).