La Stampa 20/10/2000, 20 ottobre 2000
Lo schiaffo a Battista del nonno senza mano. «Sul numero di ieri della ”Stampa” ho trovato un articolo deludente: Non datemi la mano di un altro, di Pierluigi Battista
Lo schiaffo a Battista del nonno senza mano. «Sul numero di ieri della ”Stampa” ho trovato un articolo deludente: Non datemi la mano di un altro, di Pierluigi Battista. Il signor Battista, evidentemente, le mani ce le ha sempre avute tutte e due. Io invece ho avuto un nonno (ora morto) che aveva perduto un braccio durante la guerra del ’15-18 e una mano non ce l’aveva davvero: la destra, quella che usava per lavarsi i denti e per mangiare... Il signor Battista avrebbe dovuto vedere a quali stratagemmi era costretto mio nonno anche solo per radersi... per abbottonarsi la camicia. Anzi avrebbe dovuto provare quelle difficoltà anche solo per poche ore, per capire la differenza che corre tra un concetto narcisistico e pretenzioso, e la vita vera. Certo, dire sarebbe bello poter ridare una mano a chi l’ha perduta è banale. Più originale dire ”di una mano ci si innamora”, ”di chi sarà stata la mia mano prima che arrivasse a me?”... Anche da un punto di vista poetico o psicologico non condivido affatto la posizione di Battista. Che vuol dire ”una mano trasmette informazioni utili sul carattere di una persona”, ”Accompagna il discorso con la sua gesticolazione”, ”Esprime affetto e amore”, ”Manifesta ostilità e disappunto”. Ma se uno quella mano l’ha perduta, cosa manifesta. E poi ”Accarezzare un corpo amato”, ”Mandare a quel paese”, ”Proteggere i bambini”: chi compie queste azioni, chi prova queste emozioni? Una mano o la persona che la muove? E perché la mano acquistata da un altro non dovrebbe poter esprimere queste emozioni? (il lettore Francesco Bonelli).