Stefano Lorenzetto, il Giornale 22/10/2000, 22 ottobre 2000
. «Pensi solo a cosa accadde al povero Pietro Tarantino. Chi è? Chi era, purtroppo. Chi era? Un camionista di quarantadue anni
. «Pensi solo a cosa accadde al povero Pietro Tarantino. Chi è? Chi era, purtroppo. Chi era? Un camionista di quarantadue anni. Il 23 marzo 1989 ha un incidente a Vaprio D’Adda. Lo trasferiscono in elicottero all’ospedale di Bergamo. Circa due ore dopo arrivano i familiari trafelati. Un medico li informa che il loro congiunto è morto e chiede gli organi. I familiari si oppongono. La diagnosi è trauma cranico. Che tipo? Di quale estensione? Trauma cranico è una diagnosi che può fare uno spazzino. Nel frattempo gli tolgono gli antiedemici, cura essenziale in casi del genere. Vengono chiesti esami urgenti per l’espianto. I parenti urlano, si disperano. Per tre volte vanno in questura. Il fratello cercava di spiegarsi a modo suo: ”Vogliono fargli l’eutanasia”, protestava. Alla fine Pietro fu espiantato: cuore e reni, col nullaosta della Procura, il pancreas senza nullaosta. L’autopsia accertò poi che erano spariti fegato e aorta. Cinque medici indagati per omicidio colposo. Dopo undici anni il gip deve decidere se prescrivere o no il reato riconoscendo ai medici le attenuanti generiche in quanto incensurati. Un caso angoscioso, ma pur sempre un caso. Il professor Biondi dice che se avessero continuato a dargli gli antiedemici, Pietro magari dopo quindici giorni si sarebbe risvegliato» (Nerina Negrello, presidente Lega italiana contro la predazione organi) .