Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 3/11/2000, 3 novembre 2000
Alcune gaffes del Papa nei confronti degl’italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume. Durante l’udienza giubilare della scorsa settimana li ha definiti «fedeli dalla Slovenia e dalla Croazia» invece che «esuli», come concordato
Alcune gaffes del Papa nei confronti degl’italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume. Durante l’udienza giubilare della scorsa settimana li ha definiti «fedeli dalla Slovenia e dalla Croazia» invece che «esuli», come concordato. Nell’85 accogliendone altri li aveva invitati «a pregare per i loro santi Cirillo e Metodio» (evangelizzatori degli slavi nonché creatori del loro principale alfabeto, il cirillico, messo a punto da Metodio e chiamato così in onore del fratello). Alla Biblioteca Vaticana è stata organizzata per il Giubileo una mostra d’arte croata dove varie testimonianze della cultura italiana, come la basilica veneziana di Parenzo, venivano spacciate per croate. L’associazione degli italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume vede nell’origine etnica del pontefice (essendo polacco è slavo come croati e sloveni) un fattore di faziosità a loro danno e a vantaggio di croati e sloveni.