Claudio Magris, Corriere della Sera 17/11/2000, Transitions online 13/11/2000, 17 novembre 2000
Il 23 ottobre scorso a Praga è morto il germanista Eduard Goldstücker. Nacque nel 1913 a Podbiel, sui monti slovacchi, da famiglia ebrea
Il 23 ottobre scorso a Praga è morto il germanista Eduard Goldstücker. Nacque nel 1913 a Podbiel, sui monti slovacchi, da famiglia ebrea. Lasciò il paesino per studiare nella capitale della Cecoslovacchia liberale del presidente-filosofo Masaryk. Nel ’38 il patto di Monaco, l’invasione nazista. Goldstücker, comunista, riesce a sfuggire alla persecuzione: elemento doppiamente sospetto, politicamente e razzialmente inviso. Dopo la ”liberazione” da parte dell’Armata rossa e la nascita della Cecoslovacchia staliniana di Gottwald, fa una certa carriera. Ambasciatore in Israele, è processato dal regime nelle purghe praghesi, riflesso condizionato di quelle sovietiche. Il suo avvocato difensore, un simpatico personaggio viscinskiano, approva la richiesta dell’accusa: pena di morte. Rimandata l’esecuzione, è tra i miracolati del disgelo degli anni ’60. In quel periodo, i suoi studi su Kafka, come lui ebreo di lingua tedesca, riabilitano in patria quest’autore malvisto dai comunisti perché lontano dal realismo impegnato e proletario. Nell’agosto del ’68, i carrarmati del Patto di Varsavia finiscono la Primavera dubcekiana, si profilano nuove persecuzioni. Goldstücker è in America. Polemizza con Köstler, che nel suo Buio a mezzogiorno rappresenta il dramma di un imputato innocente convinto a dichiararsi colpevole per la causa del Partito. Secondo Goldstücker, le farse giudiziarie staliniane mancano di questi travestimenti ideologicamente nobili, ricordano piuttosto ottuse situazioni kafkiane. Dopo l’89, torna in Cecoslovacchia, dove la cultura non ha più come nemico la censura politica ma quella del mercato e dei portafogli vuoti. Vedovo, passa il tempo tra i libri e le birrerie, da intellettuale praghese qual è sempre stato. Muore, ottantasettenne, fedele all’idea di un socialismo dal volto umano, a un passato dov’era protagonista, sia pure perseguitato, al ricordo della moglie Marta.