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 2000  novembre 14 Martedì calendario

Il 19 ottobre del 1987 Alan Greenspan, il governatore della Federal Reserve, evitò all’America un crac economico paragonabile alla grande crisi del ’29

Il 19 ottobre del 1987 Alan Greenspan, il governatore della Federal Reserve, evitò all’America un crac economico paragonabile alla grande crisi del ’29. Quel ”lunedì nero”, mentre l’indice Dow Jones perdeva oltre il 22 per cento e il ministro del Tesoro era a caccia in Svezia con il re, Greenspan si trovava alla conferenza annuale dell’Associazione bancaria a Dallas. Il capo di gabinetto del presidente Ronald Reagan, Howard Baker, mandò un jet militare a prenderlo per riportarlo a Washington. Poi, dietro le pressioni del capo della Borsa John Phelan e di quello della Sec David Ruder, Baker preparò un decreto presidenziale per la temporanea chiusura di Wall Street e lo presentò a Reagan. «Che cosa ne pensi?» chiese il presidente. «Non saprei», rispose il capo di gabinetto. «Mettilo nel cassetto - decise Reagan - aspettiamo Greenspan». Fu il direttore dell’ufficio della Fed di New York, Gerald Corrigan, che aveva il polso di Wall Street, a indurre Greenspan a opporsi alla chiusura. Il governatore era in carica da soli due mesi, ma conosceva tutti i banchieri e i finanzieri d’America, e sapeva che se nel ’29 la Fed non avesse ristretto il credito, il crac sarebbe stato superato. In un secco comunicato, dichiarò quindi che «la Fed era pronta a immettere liquidità sui mercati, in appoggio al sistema economico e finanziario Usa» e ordinò a Corrigan di imporre alle banche di far fronte ai loro debiti. Verso le 13 del 20 ottobre ’87, le società cominciarono a ricomprare le loro azioni, che erano precipitate, e la Borsa contenne i danni. Superata la crisi, Greenspan paragonò la propria impresa a quella dell’Apollo 13, devastato da uno scoppio nella corsa alla Luna, e riparato dall’equipaggio con mezzi di fortuna.