A. F. Corriere della Sera 19/11/2000, 19 novembre 2000
In un paesino abruzzese, Anversa (290 abitanti), Manuela Cozzi, proprietaria di una cooperativa biologica di agriturismo, ha lanciato in Internet una campagna di adozione a distanza delle pecore abruzzesi, a rischio di estinzione
In un paesino abruzzese, Anversa (290 abitanti), Manuela Cozzi, proprietaria di una cooperativa biologica di agriturismo, ha lanciato in Internet una campagna di adozione a distanza delle pecore abruzzesi, a rischio di estinzione. «In cambio di 300 mila lire, la signora offre a chiunque la possibilità di adottare a distanza una delle sue 1.300 pecore. Il contratto (dura un anno ed è rinnovabile) garantisce ai genitori adottivi la fornitura di lana extravergine (o calzettoni fatti a mano), 5 chili di pecorino e 4 di ricotta, oltre naturalmente alla fotografia e ”carta d’identità” della bestiola. Ma i meno sentimentali possono ricevere il loro animale adottivo sotto forma di salsicce e braciole». Grazie a tre pastori macedoni, le pecore oggi «pasteggiano a bacche di ginepro, finocchio, origano e mentuccia selvatici». Fino ad ora hanno aderito all’iniziativa cento persone. Tra di esse, il ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, l’associazione ”Amici dei bambini” invece ritiene che l’adozione a distanza dovrebbe essere riservata agli esseri umani. L’iniziativa è piaciuta al ”New York Times” che ha mandato in Abruzzo la propria corrispondente italiana, Alessandra Stanley, dedicando ampio spazio alle pecore d’Abruzzo.