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 2000  dicembre 03 Domenica calendario

«’Lei si chiama Francesco Pontiggia, vero?”, mi dice prima dell’intervista il giovane della televisione locale

«’Lei si chiama Francesco Pontiggia, vero?”, mi dice prima dell’intervista il giovane della televisione locale. ’No, Giuseppe”, rispondo. ”C’è sulla copertina”. ’Sì, mi scusi”, mi rassicura premuroso. Aggiunge: ”Può dirmi qualcosa, mi scusi, sul contenuto del libro? Glielo confesso, non ho fatto in tempo a leggerlo”. ’Non importa”, rispondo. ”Può basarsi sul risvolto”. ’Mi scusi, non l’ho letto”. Mi fissa con fermo smarrimento. Gli dico: ”Può leggerlo ora”. ’Non faccio in tempo”. Ha una disperazione trepida. Mi indica con il viso un orologio a muro. ”La trasmissione comincia fra trenta secondi”. ’Mi faccia qualche domanda precisa”, rispondo inquieto, ”quando ho scritto il libro, perché ho scelto questo titolo”. Non so più quale domande farmi. ”Si basi sulle mie risposte per andare avanti”. ’La ringrazio tanto”, mi risponde. ”Lei è molto gentile”. Nell’intervista ho avuto più volte l’impressione che io parlassi di un libro e lui di un altro e che io rispondessi a domande che lui faceva a un altro... ’Ottimo, non le pare”, mi ha detto alla fine dell’intervista. ”Ha notato che improvvisando riesce meglio?” ’Infatti”, ho risposto alzandomi. ’Io credo all’ispirazione”, ha aggiunto. ’Anch’io”, ho detto. ’Mi mette una dedica sul libro? Me l’ha regalato la libraia”. Me lo porge aperto sul frontespizio. ’Qual è il suo nome?”, ho chiesto. ’No, scriva Miriam... il nome della mia fidanzata. lei che ha la passione di leggere”».