Paolo Valentino sul Corriere della Sera del 23/05/01 a pagina 35., 23 maggio 2001
Nel 1885 Guglielmo II, allora erede al trono, conobbe Emili Klopp, cocotte di Strasburgo giovane, bella, sensuale, da tutti chiamata Miss Love, consolazione dell’intero stato maggiore prussiano durante le manovre militari in Alsazia
Nel 1885 Guglielmo II, allora erede al trono, conobbe Emili Klopp, cocotte di Strasburgo giovane, bella, sensuale, da tutti chiamata Miss Love, consolazione dell’intero stato maggiore prussiano durante le manovre militari in Alsazia. Guglielmo II appena la vide pretese in segreto i suoi servigi ma dopo l’amplesso si rifiutò di pagarla, tempo dopo la invitò per un lungo periodo a Potsdam. Lei andò e assecondò ogni richiesta erotica del principe, lamentandosi però della sua tirchieria. Confidò infatti al giovane Wilhelm von Bismarck detto Bill, secondogenito del cancelliere, che il più titolato dei suo clienti le dava in compenso appena 100 marchi, mentre lei, tra viaggio e affitto, ne aveva spesi almeno ventimila. Oltretutto il principe, secondo la signora, aveva una passione per i giochini sadomaso, "tendeva a complicare il coito ad esempio facendosi legare braccia e mani". Quando Gugliemo salì al trono (nel 1888) Miss Love rivelò a Bill l’esistenza di lettere erotiche piene di particolari piccanti, e minacciò di mostrarle a tutti se non avesse ricevuto un compenso di 30 mila marchi. Wilhelm subito chiese consiglio al fratello maggiore Herbert e al padre Otto, che peraltro non aveva alcuna stima di Gugliemo e infatti lo chiamò sempre "der dumme Junge", il giovane stupido (Gugliemo ricambiava dandogli del "vecchio"). Herbert su consiglio del padre parlò della faccenda con l’imperatore, che negò quasi tutto e rifiutò sdegnato il ricatto. Un anno dopo, quando Emili rinnovò le sue pretese questa volta inviando un messaggio a un intimo del Kaiser, lui dovette cedere. Bill consegnò alla donna 25 mila marchi, le lettere vennero bruciate.