Natalia Aspesi, la Repubblica 23/1/2001, 23 gennaio 2001
«Allora, nel dopoguerra e in quegli anni ’50 che furono grandiosi per il nostro cinema, non c’era grande letteratura cui attingere, si leggevano i giornali in cerca di ispirazione: e Cesare Zavattini era il più veloce a impossessarsene, mandando il figlio a depositare il fatto di cronaca alla società degli autori» (Suso Cecchi D’Amico, sceneggiatrice, figlia del critico Emilio Cecchi, vincitrice del premio Nonino)
«Allora, nel dopoguerra e in quegli anni ’50 che furono grandiosi per il nostro cinema, non c’era grande letteratura cui attingere, si leggevano i giornali in cerca di ispirazione: e Cesare Zavattini era il più veloce a impossessarsene, mandando il figlio a depositare il fatto di cronaca alla società degli autori» (Suso Cecchi D’Amico, sceneggiatrice, figlia del critico Emilio Cecchi, vincitrice del premio Nonino) .