Maurizio Lupo, La Stampa 23/03/2001, 23 marzo 2001
«Fra i reperti più maligni ricordiamo statuette in cotto sulle quali s’incideva il nome del nemico per poi infrangerle e causarne così la morte
«Fra i reperti più maligni ricordiamo statuette in cotto sulle quali s’incideva il nome del nemico per poi infrangerle e causarne così la morte. Ma purtroppo non ne possediamo» (l’archeologo Silvio Curto sulla vicenda del malore che ha colpito alcune studentesse e un professore in visita al Museo Egizio di Torino la scorsa settimana).