Lino Jannuzzi, Panorama 19/4/2001, 19 aprile 2001
«Un altro magistrato, che finirà egli stesso inquisito e abbandonerà precipitosamente la città per evitare di essere dichiarato incompatibile, procede all’arresto di Pinto, dopo avere interrogato, travestito da infermiere, sul letto di un ospedale per malati terminali di aids, un moribondo, e avere interpretato i suoi rantoli come prove d’accusa
«Un altro magistrato, che finirà egli stesso inquisito e abbandonerà precipitosamente la città per evitare di essere dichiarato incompatibile, procede all’arresto di Pinto, dopo avere interrogato, travestito da infermiere, sul letto di un ospedale per malati terminali di aids, un moribondo, e avere interpretato i suoi rantoli come prove d’accusa. Altre prove vengono raccolte da un cartomante, che legge nelle carte da gioco (ma in udienza dichiarerà che ”è stato tutto un bluff”), dai verbali di altri pentiti che contraddicono il pentito dell’accusa e si contraddicono tra di loro. Ed è così che si arriva alla condanna» (Lino Jannuzzi, a proposito della sentenza di colpevolezza a carico di Ferdinando Pinto per l’incendio del Petruzzelli di Bari)