Vittorio Sgarbi, il Giornale 3/5/2001, 3 maggio 2001
«Se osserviamo infatti, in una dimensione più locale, il rapporto tra l’orientamento politico dei giornali e il voto degli elettori arriviamo a questa sorprendente conclusione: nelle regioni e nelle città in cui c’è un giornale forte, molto letto e molto amato, le scelte politiche sono di segno diametralmente opposto
«Se osserviamo infatti, in una dimensione più locale, il rapporto tra l’orientamento politico dei giornali e il voto degli elettori arriviamo a questa sorprendente conclusione: nelle regioni e nelle città in cui c’è un giornale forte, molto letto e molto amato, le scelte politiche sono di segno diametralmente opposto. ”Il Resto del Carlino” è di destra? L’Emilia Romagna sta a sinistra. ”La Nazione” è di centrodestra? La Toscana sta a sinistra. ”Il Piccolo” sta a sinistra? Trieste va a destra. Anche in passato la regola era questa: quando il ”Corriere della Sera” era marcatamente a sinistra, Milano e la Lombardia si sono schierate con la Lega e col centrodestra. Sembra una legge automatica. Dunque, tranquilli. La stampa europea non ci vuole? Noi vinceremo» (Vittorio Sgarbi)