Cesare Garboli, la Repubblica 02/03/2001, 2 marzo 2001
«Mi piace l’indifferenza dei lucchesi verso tutte quelle parole che non sono necessarie o appropriate a uno scopo, a un negozio da concludere, una cultura anche questa
«Mi piace l’indifferenza dei lucchesi verso tutte quelle parole che non sono necessarie o appropriate a uno scopo, a un negozio da concludere, una cultura anche questa. E per le stesse ragioni mi piace il dolce tipico di Lucca, il buccellato, che qualche lucchese mi rimprovera di aver definito ”quasi insapore”. E chi ha detto che un dolce ”quasi insapore” sia un dolce di gusto ingrato? Certo, il buccellato non è carico di lussi e gusti come la cassata siciliana, o i dolci sardi, o il millefoglie e la zuppa inglese. Ma chi inzupperebbe nel caffè mattutino, o nel tè pomeridiano, una cassata siciliana? Il buccellato mi piace per le stesse ragioni per le quali amo i lucchesi. Perché non ha nulla di dolciastro. una semplice focaccia di farina e zucchero con un po’ d’anice e uvetta, austera e severa. Un dolce che ignora i profumi, i liquori, la crema, le ciliegine, e tutte quelle panne montate che così tanto piacciono ai bambini» (Cesare Garboli).