Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore 9-10-13/03/2001, 13 marzo 2001
Perché si sono bloccate le trattative sui nuovi contratti a termine. Esiste una direttiva europea (1999/70/CE del 28 giugno 1999) per regolamentare il lavoro a tempo determinato che, tra l’altro, fissa alcuni principi per evitare la trasformazione di questo contratto (attraverso un uso ripetuto) in un impiego di fatto senza limiti certi
Perché si sono bloccate le trattative sui nuovi contratti a termine. Esiste una direttiva europea (1999/70/CE del 28 giugno 1999) per regolamentare il lavoro a tempo determinato che, tra l’altro, fissa alcuni principi per evitare la trasformazione di questo contratto (attraverso un uso ripetuto) in un impiego di fatto senza limiti certi. I governi nazionali hanno tempo fino a luglio per stabilire le ragioni, il numero e la durata massima degli eventuali rinnovi. Finora nessuno Stato ha applicato questa direttiva, tranne la Germania. In Italia il governo ha aperto un anno fa una trattativa con imprenditori e sindacati per trovare un accordo (un ”avviso comune”, secondo il metodo della concertazione) prima di fare il decreto. Ma all’inizio di marzo la Cgil ha abbondonato i negoziati perché gli industriali hanno rifiutato di affidare ai contratti nazionali, invece che alla legge, il potere di fissare il numero massimo di assunzioni a termine. Gli altri sindacati, Cisl e Uil, e le altre 17 organizzazioni padronali hanno comunque deciso di continuare a trattare perché sono d’accordo su quasi tutto. Il ministro del Lavoro, Cesare Salvi, ha però preferito rinviare la soluzione al prossimo governo.