Giorgio Montefoschi, Quando leggere un piacere, Rizzoli 2000, pagine 43-49, 9 dicembre 2000
Antonio da giovane era splendido: aveva un aspetto nobile e dignitoso, una barba non volgare, una fronte spaziosa e il naso aquilino
Antonio da giovane era splendido: aveva un aspetto nobile e dignitoso, una barba non volgare, una fronte spaziosa e il naso aquilino. L’amicizia col dissoluto Curione lo coinvolse in orge, spese sfrenate e pazze, tanto che dovette partire per la Grecia dopo aver accumulato debiti per duecentocinquanta talenti. Amava i suoi soldati, stare a tavola con loro, fare bravate e scherzi. Teneva banchetti con vasellame d’oro, aggiogava leoni ai carri, assegnava le case dei gentiluomini a baldracche e arpiste. Volle conoscere Cleopatra perché la riteneva colpevole di aver aiutato Cassio. S’incontrarono sulla foce del fiume Cidno. Lei non era più giovane e non era mai stata bellissima. Ma aveva il fascino della maturità femminile e dell’intelligenza, oltre che una voce straordinariamente seducente. Lo conquistò. Andarono a vivere ad Alessandria, dove fondarono l’Associazione dei Viventi Inimitabili. Trascorrevano sempre insieme le loro giornate, banchettando nel lusso e andando a caccia. Lei amava guardarlo mentre si esercitava con le armi. Di notte si travestivano da servi e scorrazzavano per le vie di Alessandria facendo scherzi. Antonio fu costretto a partire per la Siria, per combattere contro i parti. Ben presto lei lo raggiunse e lui le regalò la Fenicia, Cipro, la Cilicia, la Giudea e l’Arabia Nabatea. Decisero di chiamare i loro due gemelli Sole e Luna. Poi lei fece ritorno in Egitto, e Ottavia, prima moglie di Antonio, partì da Roma per raggiungere il marito. Ma lui tornò da Cleopatra, e la proclamò pubblicamente regina d’Egitto, Cipro, Libia e Celesiria. Le regala anche i duecentomila volumi della biblioteca di Pergamo. Ottaviano riferì tutto al Senato Romano. Durante la battaglia di Azio Antonio perde il controllo e fugge da solo ad Alessandria. Fa costruire una celletta in riva al mare dove vivere in solitudine. Cleopatra cerca e sperimenta veleni, scoprendo infine che il morso dell’aspide procura una morte dolce e priva di dolore. Fa annunciare ad Antonio la sua morte imminente, e lui si trafigge il venbtre con una spada. Ma non muore subito. Viene portato da Cleopatra, rinchiusa nel sepolcro. Lei aspetta la morte dell’amato, e solo dopo si fa preparare il bagno e, insieme alle sue due dame, si fa mordere dall’aspide. Antonio aveva cinquantasei (o cinquantatre) anni, lei trentanove. Si amarono per quattordici anni. (la loro storia viene così narrata da Plutarco nella sua «Vita di Antonio»).