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 2001  settembre 06 Giovedì calendario

Secondo Bjorn Lomburg, professore di statistiche, analisi dei dati e teorie dei giochi all’università di Aarhus (Danimarca), le previsioni catastrofiche sulle condizioni ambientali della Terra sono esagerate e prive di fondamento

Secondo Bjorn Lomburg, professore di statistiche, analisi dei dati e teorie dei giochi all’università di Aarhus (Danimarca), le previsioni catastrofiche sulle condizioni ambientali della Terra sono esagerate e prive di fondamento. Lomburg, che ha fatto parte dei movimenti ambientalisti, nel libro "The skeptical environmentalist" mette a confronto alcuni dati sull’ambiente con le previsioni degli ecologisti. Ad esempio, secondo gli ambientalisti, negli ultimi 30 anni è stato deforestato il 30 per cento della Terra, l’inquinamento è destinato ad aumentare in tutti i paesi del mondo, la produzione di grano e cereali presto non sarà più sufficiente. I dati raccolti da Lomburg, invece, affermano che le foreste distrutte raggiungono il 20 per cento; le emissioni di anidride solforosa, negli ultimi 30 anni, sono scese negli Usa del 37 e in Europa del 50 per cento; dagli anni Sessanta, nei paesi in via di sviluppo, la produzione del riso è aumentata del 122 per cento, quella del mais del 159, quella del grano del 229. Inoltre, secondo Bjorn Lomburg, dalla nascita dell’agricoltura a oggi, è andato perso il 20 per cento delle foreste, e non, come invece indica il Wwf, il 70 per cento. Lomburg: «Noi tendiamo a credere che i movimenti ambientalisti ci dicano la verità, anzi una verità scomoda che altri non vogliono ammettere. Ma resta il fatto che queste organizzazioni che dipingono uno stato del pianeta così disastroso sono anch’esse parti in causa. Qualsiasi persona se si sentisse dire da un gruppo di industrie che non è il caso di essere preoccupati proverebbe, e a ragione, un naturale senso di diffidenza. Ma se qualcuno di noi si sente dire da Greenpeace che le cose vanno di male in peggio non considera che anche questa organizzazione ha interesse a esagerare l’allarme perché ne trae un innegabile vantaggio politico e mediatico».