Felice Cavallaro sul Corriere della Sera del 06/09/01 a pagina 20., 6 settembre 2001
Venti metri sotto il mare, a ventisei miglia dalla costa di Sciacca (Agrigento), c’è un’isoletta vulcanica affiorata solo tre volte in duemila anni: nel 10 a
Venti metri sotto il mare, a ventisei miglia dalla costa di Sciacca (Agrigento), c’è un’isoletta vulcanica affiorata solo tre volte in duemila anni: nel 10 a.C., nel 1200 e il 2 luglio 1831. Durante questa ultima emersione l’avvistarono, contemporaneamente, il capitano inglese Swinburne, al comando del Rapid, e i palermitani che aspettavano l’arrivo dal mare del Re delle Due Sicilie Ferdinando II. Swinburne, sostenendo di averla vista per primo, la chiamò "Graham" e ne proclamò l’annessione al Regno Unito. I Siciliani, «pensando a un miracolo e grati al sovrano, s’affrettarono a intitolare lo scoglio "Fernandea"». Trovandosi l’isola in acque internazionali, anche i francesi avanzarono qualche pretesa su di essa e la battezzarono "Giulia", in onore del mese in cui affiorò. Nel dicembre del 1831, lo scoglio si inabissò di nuovo. La controversia sulla nazionalità dell’isola non fu risolta. Nel 1995 alcuni pescatori di gamberi e aragoste ebbero l’impressione che fosse sul punto di riaffiorare. Un altro falso allarme si ebbe nel 2000: il Times annunciò: "Un’isola britannica sta riemergendo al largo della Sicilia". Carlo di Borbone, erede di Ferdinando, mandò allora i sub della Lega Navale a imbullonare una lapide da 150 chili con su scritto: «Questo lembo di terra, una volta Isola Ferdinandea, era e sarà sempre del popolo siciliano». Il 5 settembre scorso sono venuti a galla pezzi della targa: a romperla, forse un’ancora, forse le manovre di due incrociatori britannici, forse i movimenti tellurici dello scoglio che si appresta a venire in superficie. Domenico Macaluso, chirurgo, appassionato del mare, ispettore onorario dei Beni culturali in Sicilia: «Quando l’isola riemergerà... bisognerà investire della questione la Corte Internazionaleª