Il VenerdÏ 7/9/2001, 7 settembre 2001
«Ho un’ottima opinione di Piero Ottone per cui sono rimasto sorpreso che egli chiami ”pranzo” quella che è la ”cena”, annoverando tra i più quelli che chiamano cena il pasto serale e che così lo definiscono in modo improprio
«Ho un’ottima opinione di Piero Ottone per cui sono rimasto sorpreso che egli chiami ”pranzo” quella che è la ”cena”, annoverando tra i più quelli che chiamano cena il pasto serale e che così lo definiscono in modo improprio. I pochi (tra i quali mi sembra di capire Ottone) che storpiando l’italiano dicono ”pranzo” per indicare il pasto della sera, non fanno altro che mostrare un atteggiamento tipico di certi salotti della Milano bene che ho potuto frequentare negli anni Settanta (ho 71 anni e sono un ex dirigente Iri) e di alcuni circoli di golf in Lombardia [...]. Non c’è bisogno di ricordare a Piero Ottone che al ”prandium” i Padri latini facevano seguire la ”coena”" (il lettore Giovanni Ghirelli, al ”Venerdì”)