Alessandra Farkas sul Corriere della Sera 13/09/01 pagina 3., 13 settembre 2001
Secondo la tecnica della "triage" (pratica ospedaliera inaugurata durante la prima guerra mondiale) i feriti sono divisi in categorie ben distinte: quelli che sono destinati a morire e quindi non hanno bisogno di cure mediche perché vane; quelli che possono aspettare prima di ricevere i soccorsi, perché fuori pericolo; e il terzo gruppo, i feriti che hanno bisogno di soccorso immediato
Secondo la tecnica della "triage" (pratica ospedaliera inaugurata durante la prima guerra mondiale) i feriti sono divisi in categorie ben distinte: quelli che sono destinati a morire e quindi non hanno bisogno di cure mediche perché vane; quelli che possono aspettare prima di ricevere i soccorsi, perché fuori pericolo; e il terzo gruppo, i feriti che hanno bisogno di soccorso immediato. L’infermiere Rocco Parascandola: «Sono andato a scuola per imparare la tecnica della triage, eppure dentro di me ho sempre il dubbio. E mi chiedo: "Ho agito bene? Potevo fare diversamente?"».