Claudio Magris, Corriere della Sera, 13/9/2001 a pagina 1 e 16., 13 settembre 2001
«Quella che ora sta forse cambiando non è, beninteso, la vita del mondo, ma del nostro mondo; per i milioni e milioni di affamati, oppressi e sventurati dell’Africa, del Sudamerica, dell’Asia, per i dannati della Terra non cambierebbe nulla, così come non significava nulla per essi, l’altra sera, non poter telefonare a New York»
«Quella che ora sta forse cambiando non è, beninteso, la vita del mondo, ma del nostro mondo; per i milioni e milioni di affamati, oppressi e sventurati dell’Africa, del Sudamerica, dell’Asia, per i dannati della Terra non cambierebbe nulla, così come non significava nulla per essi, l’altra sera, non poter telefonare a New York»