Salute di sorrisi e canzoni n. 29 settembre 2001 pag. 44, 29 settembre 2001
Vita frenetica, tempi ridotti, impegni di lavoro. Sono gli ingredienti della vita quotidiana di molti
Vita frenetica, tempi ridotti, impegni di lavoro. Sono gli ingredienti della vita quotidiana di molti. E la prima a rimetterci è la nostra alimentazione. Siete costrette anche voi a preparare in fretta e furia un piatto di pasta, senza avere tempo di preparare il sugo? Ci sono sempre quelli già pronti in barattolo. Secondo la nostra cultura, i prodotti industriali sono peggio di quelli fatti in casa. Ma è davvero sempre così? «I sughi che si comprano al supermercato sono fatti ormai in modo da garantire una conservazione naturale», spiega il professor Sergio Leotta, primario del servizio Dietologia e Nutrizione clinica all’ospedale Sandro Pertini di Roma. «Solo poche ditte, e mai quelle grandi, usano i conservanti: per garantire che il prodotto si mantenga nel tempo in modo naturale, le industrie adottano un processo simile alla pastorizzazione del latte e usano le confezioni in vetro sottovuoto. Questo contribuisce anche a mantenere intatti i sapori». La prova? Basta leggere le etichette. «E comunque», aggiunge il professore, «una volta aperta la confezione, è meglio consumare tutto il prodotto, perché già dopo un giorno nel frigorifero i batteri cominciano a inacidirlo. I processi industriali, poi, garantiscono un’igiene che normalmente è maggiore di quella che riusciamo a ottenere in casa». Nessuna controindicazione particolare, quindi: i sughi confezionati si possono considerare genuini come quelli fatti in casa. «Hanno gli stessi valori nutrizionali, le stesse calorie, gli stessi sapori: si possono mangiare anche tutti i giorni. L’olio usato è generalmente di buona qualità, ma aggiungete un po’ d’olio extravergine d’oliva crudo alla fine: sarà un pasto più saporito». Ultime raccomandazioni: «Attente nell’aggiungere il sale, scaldate quelli che contengono carne e pesce e ricordatevi che più sono elaborati, più sono grassi».