Attilio Bolzoni, la Repubblica 07/09/2001, 7 settembre 2001
Sette anni fa Antonino Ciaravello, 22 anni, figlio di un’autista dell’azienda municipale dei trasporti di Palermo, rese nota a tutti i corleonesi la sua cotta per Maria Concetta Riina, 21 anni, promogenita del boss mafioso Salvatore, mandando sulla radio locale una canzone di Battisti con la dedica ”a Mariuccia”
Sette anni fa Antonino Ciaravello, 22 anni, figlio di un’autista dell’azienda municipale dei trasporti di Palermo, rese nota a tutti i corleonesi la sua cotta per Maria Concetta Riina, 21 anni, promogenita del boss mafioso Salvatore, mandando sulla radio locale una canzone di Battisti con la dedica ”a Mariuccia”. I due si cominciarono a frequentare solo dopo la dichiarazione: qualche serata al pub ”Black and White”, una pizza al ”Leon D’oro”, passeggiate al giardino pubblico. In poco tempo lui, dee jay a tempo perso, studente di trombone al Conservatorio (ma destinato a fare l’imprenditore agricolo), non fu più chiamato ”Baccalà e salsiccia” per via della sua mole e diventò per tutti ”il fidanzatino di Corleone”. Seguito giorno e notte dagli investigatori ripeteva: «La mia colpa è solo quella di amare». Un’altra dichiarazione pubblica d’amore («Io l’amo alla follia, me ne frego del mondo intero, e un giorno la sposerò») la scrisse sul sito www.Corleone.it. Dopo sette anni di fidanzamento il matrimonio, celebrato giovedì scorso nella chiesa di Corleone. «Lei emozionatissima e in elegante abito di pizzo avorio, lui compresso e straripante nel completo blu e con i capelli impastati di gel, tutti i parenti vivi o liberi dei Riina e dei Bagarella dietro agli sposi». Corteo nuziale di Mercedes nere, trecento invitati tutti corleonesi, viaggio di nozze segretissimo (come vuole la tradizione di famiglia). Ad accompagnare la sposa, mancando il padre (rinchiuso nel carcere di Ascoli Piceno) e il fratello maggiore Giovanni (anche lui in arresto), l’altro fratello, Giuseppe Salvatore. Lo sposo invece, giunto in chiesa poco prima di mezzogiorno, era scortato da agenti in borghese e filmato a distanza dai carabinieri del Ros. Dopo la cerimonia, banchetto in un ristorante sulle colline vicino a Corleone, a base di «’tris di carne” e tante bottiglie di ”Monsciandò”, lo champagne preferito da Totò Riina».