Claudio Rendina su la Repubblica del 16/09/01 a pagina XII della Cronaca di Roma., 16 settembre 2001
Mastro Titta, vero nome Giambattista Bugatti, «maestro di giustizie» di Roma tra il 1796 e il 1864, 516 decapitazioni
Mastro Titta, vero nome Giambattista Bugatti, «maestro di giustizie» di Roma tra il 1796 e il 1864, 516 decapitazioni. Ufficialmente abitava a Borgo Pio, in via del Campanile 4, e faceva il verniciatore di ombrelli. Prima di recarsi sul luogo del patibolo si confessava, faceva la comunione e indossava una cappa scarlatta (oggi visibile al Museo Criminologico di via Giulia): poi calava la scure sul collo del condannato, mentre i padri schiaffeggiavano i figli perché si ricordassero dell’esecuzione e questa servisse loro d’esempio. Fu lo scrittore Ernesto Mezzabotta a trarre dal registro di Mastro Titta (un elenco di 516 nomi con l’annotazione di colpa, pene, luogo e data dell’esecuzione) storie romanzate che spacciò come memorie autentiche. Unica documentazione effettiva delle condanne a morte da lui eseguite è la lapide postuma (1909) dedicata ai carbonari Angelo Targhini e Leonida Montanari, in piazza del Popolo.