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 2001  settembre 20 Giovedì calendario

Il 2 dicembre del 1956 Enzo Ferrari presentò alla stampa cinque nuovi piloti sotto i trent’anni: Eugenio Castellotti, Luigi Musso, Peter Collins, Mike Hawthorn e Alfonso Portago (che era marchese, nipote di Alfonso XIII di Borbone)

Il 2 dicembre del 1956 Enzo Ferrari presentò alla stampa cinque nuovi piloti sotto i trent’anni: Eugenio Castellotti, Luigi Musso, Peter Collins, Mike Hawthorn e Alfonso Portago (che era marchese, nipote di Alfonso XIII di Borbone). I cinque, ribattezzati "Ferrari Primavera" dal cronista Gino Rancati, morirono tutti al volante nel giro di due anni. Luca Delli Carri, nel libro "Gli indisciplinati", sostiene che i piloti di allora «erano molto più scapestrati di quelli di oggi» e cita a sostegno una serie di aneddoti. Alle gare, Portago, soprannominato "il marchese senza bagagli" per l’abitudine di acquistar tutto sul posto, giungeva sempre in compagnia di sua moglie Carroll McDaniel, dell’amante ufficiale Linda Christian e di un’amante del giorno. Morì nella Mille miglia del ’57 per lo scoppio di una gomma. Hawthorn non si presentava mai due volte con la stessa donna; Musso, abbandonata la moglie per l’attrice Fiamma Breschi, si giocò 45 milioni in una notte al Casinò di Venezia e con l’eredità del padre (consulente legale in Cina) si comprò una Ferrari con interni in cinghiale e pulsanti di tartaruga bionda. Nel Gran Premio di Germania del ’58 Collins si schiantò contro gli alberi: Ferrari diede la colpa dell’incidente al suo matrimonio con l’attrice americana Louise Corder King. Il 14 marzo del ’57, sul circuito di Modena, Castellotti urtò contro un cordolo e morì: stando alle cronache del tempo, l’incidente fu causato da una notte di passione con la soubrette Delia Scala. Appena diciannovenne, il pilota era già noto per aver acquistato 50 abiti, 500 camicie, 100 paia di scarpe e una Ferrari.