Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  settembre 21 Venerdì calendario

Una vecchia. «Era molto pia e sensibile, credeva a ogni genere di presagi, di divinazioni, di scongiuri e di sogni, credeva alle profezie dei mentecatti, agli spiriti familiari e a quelli del bosco, ai brutti incontri, al malocchio, ai medicamenti popolari, al sale sparso di giovedì e alla prossima fine del mondo; credeva che, se nella notte di Pasqua, durante la messa, i ceri non si spengono, il grano saraceno viene su bene, e che i funghi smettono di crescere, se un occhio umano li vede; credeva che il diavolo ama stare dove c’è l’acqua e che ogni ebreo ha sul petto una macchiolina sanguigna; temeva i topi, le bisce, le rane, i passeri, le sanguisughe, il tuono, l’acqua fredda, le correnti d’aria, i cavalli, i caproni, le persone rosse di capelli e i gatti neri, e considerava i grilli e i cani come animali impuri; non mangiava né carne di vitello, né piccioni, né gamberi, né formaggio, né asparagi, né topinambour, né lepri, né cocomeri, perché il cocomero tagliato ricorda la testa di Giovanni Battista; delle ostriche poi non parlava che con un brivido; amava i buoni bocconi e osservava religiosamente i digiuni; dormiva dieci ore al giorno e non andava nemmeno a letto se a Vasilij Ivanovic doleva il capo; non aveva mai letto un libro, salvo Alessio o la capanna nel bosco , e scriveva una o, a dir molto, due lettere all’anno, ma s’intendeva di faccende domestiche, di conserve e di marmellate, benché non toccasse nulla con le sue mani e in generale si muovesse malvolentieri»

Una vecchia. «Era molto pia e sensibile, credeva a ogni genere di presagi, di divinazioni, di scongiuri e di sogni, credeva alle profezie dei mentecatti, agli spiriti familiari e a quelli del bosco, ai brutti incontri, al malocchio, ai medicamenti popolari, al sale sparso di giovedì e alla prossima fine del mondo; credeva che, se nella notte di Pasqua, durante la messa, i ceri non si spengono, il grano saraceno viene su bene, e che i funghi smettono di crescere, se un occhio umano li vede; credeva che il diavolo ama stare dove c’è l’acqua e che ogni ebreo ha sul petto una macchiolina sanguigna; temeva i topi, le bisce, le rane, i passeri, le sanguisughe, il tuono, l’acqua fredda, le correnti d’aria, i cavalli, i caproni, le persone rosse di capelli e i gatti neri, e considerava i grilli e i cani come animali impuri; non mangiava né carne di vitello, né piccioni, né gamberi, né formaggio, né asparagi, né topinambour, né lepri, né cocomeri, perché il cocomero tagliato ricorda la testa di Giovanni Battista; delle ostriche poi non parlava che con un brivido; amava i buoni bocconi e osservava religiosamente i digiuni; dormiva dieci ore al giorno e non andava nemmeno a letto se a Vasilij Ivanovic doleva il capo; non aveva mai letto un libro, salvo Alessio o la capanna nel bosco , e scriveva una o, a dir molto, due lettere all’anno, ma s’intendeva di faccende domestiche, di conserve e di marmellate, benché non toccasse nulla con le sue mani e in generale si muovesse malvolentieri».