Mario Resca - Riccardo Gianola, "McDonald’s, una storia italiana", Baldini&Castoldi, 21 settembre 2001
Secondo l’organizzazione McDonald’s, i prodotti sono divisi in tre categorie in funzione della loro temperatura di conservazione: i surgelati (hamburger, cotolette, bocconcini di pollo, filetti di pesce) stanno in celle a ”18/-23 gradi; Formaggi e miscele di gelato in celle a 1-4 gradi; Ketchup, senape, cetrioli a 5-25 gradi
Secondo l’organizzazione McDonald’s, i prodotti sono divisi in tre categorie in funzione della loro temperatura di conservazione: i surgelati (hamburger, cotolette, bocconcini di pollo, filetti di pesce) stanno in celle a ”18/-23 gradi; Formaggi e miscele di gelato in celle a 1-4 gradi; Ketchup, senape, cetrioli a 5-25 gradi. Tutti i prodotti vengono cotti direttamente da surgelati: gli hamburger vengono cotti tra due piastre, la superiore ha 218°, l’inferiore 177°. I fritti a temperature oscillanti tra 182° e 166°. Unica eccezione le patate: devono essere scongelate e fritte entro due ore a 168°. Lo schema è rigidissimo: i cibi cotti restano in ”armadietti” riscaldati con aria calda: gli hamburger a 60/66° per un massimo di 10 minuti, dopo questo tempo non possono più essere venduti. Cotolette e bocconcini di pollo ”sopravvivono” riscaldati ad aria calda a 88/93° per 30 minuti. Le patatine fritte stanno sotto lampada a 375 watt per un massimo di 7 minuti. Sotto la guida del manager e dopo aver seguito un training molto accurato, i lavoratori di un ristorante riescono a tenere lo scarto al di sotto dell’1%.