La Repubblica del 20/09/01 a pagina 31., 20 settembre 2001
In esposizione alla mostra torinese "Il manifesto Fiat 1899-1966", il primo manifesto pubblicitario della Fiat (vettura nera su fondo azzurro, autista in giacca bianca e signora con parasole, boa grigio e cappello a fiori rossi)
In esposizione alla mostra torinese "Il manifesto Fiat 1899-1966", il primo manifesto pubblicitario della Fiat (vettura nera su fondo azzurro, autista in giacca bianca e signora con parasole, boa grigio e cappello a fiori rossi). Disegnato nel 1899 da Giovanbattista Carpanetto, uno dei pittori più in vista dell’epoca, e progettato per reclamizzare un prodotto dei fratelli Ceirano (la "Welleyes", carrozzella con motore posteriore), fu invece utilizzato per la prima vettura di Giovanni Agnelli (la "3 1/2 HP"), il quale, nel luglio del 1899, aveva rilevato per 30 mila lire le attività della Ceirano. In mostra anche un manifesto del 1916 disegnato da Leopoldo Metlicovitz, che raffigura la Fiat di Corso Dante come «un vulcano cittadino piegato ai voleri del progresso» (definizione di Arturo Carlo Quintavalle); un’affiche del 1925 di Plinio Codognato (un centauro rosso sulla sagoma scura del "Lingotto"); alcuni manifesti di epoca fascista firmati da Codognato e Alberto Bianchi (donne col fez in testa al volante di una "Balilla" e di una "Ardita"); un manifesto di Giorgio De Chirico del 1950 (con Pegaso e Bellerofonte che guidano la 1400). E’ solo all’inizio degli anni Sessanta che la Fiat abbandona le affiches: la pubblicità, ormai, si fa in televisione.