Beppe Severgnini, "Italiani si diventa", Rizzoli, 25 settembre 2001
All’università (1978). «Non mancavano notizie che mi apparivano bizzarre, come "la decadenza dalla qualifica di studente per i fuoricorso che non sostengono esami per otto anni consecutivi"; o il fatto che la Clinica delle Malattie Infettive (facoltà di medicina) disponessi di "una biblioteca di 18 volumi" e "per la ricerca didattica e scientifica" fosse attrezzata di: 1 Proiettore Rolly e accessori; 1 calcolatrice Olivetti Logos 270; 1 copiatrice elettrostatica Copygraph; 1 Proiettore Sonoro Paillard con accessori"
All’università (1978). «Non mancavano notizie che mi apparivano bizzarre, come "la decadenza dalla qualifica di studente per i fuoricorso che non sostengono esami per otto anni consecutivi"; o il fatto che la Clinica delle Malattie Infettive (facoltà di medicina) disponessi di "una biblioteca di 18 volumi" e "per la ricerca didattica e scientifica" fosse attrezzata di: 1 Proiettore Rolly e accessori; 1 calcolatrice Olivetti Logos 270; 1 copiatrice elettrostatica Copygraph; 1 Proiettore Sonoro Paillard con accessori". Poiché mi ero appena iscritto a giurisprudenza, non dovevo preoccuparmi né della decadenza dalla qualifica di studente, né dell’impatto con quell’altissima tecnologia. Tuttavia la sera, sdraiato sul letto, non riuscivo a spiegarmi perché i Proiettori meritassero la maiuscola, mentre le copiatrici e le calcolatrici no».