La macchina del tempo n. 9 settembre 2001 pag 30, 9 settembre 2001
Un caposaldo della cultura della musica classica mondiale. Ma anche una vittima di un progressivo processo di atrofizzazione del nervo acustico, che lo rese progressivamente sordo
Un caposaldo della cultura della musica classica mondiale. Ma anche una vittima di un progressivo processo di atrofizzazione del nervo acustico, che lo rese progressivamente sordo. Non sentiva più nulla quando compose l’ultima delle sue Sinfonie, la Nona. Ludwig Van Beethoven nasce a Bonn nel 1770. Il nonno lavora da musicista nella cappella arcivescovile di Bonn e così suo figlio Johann. La musica entra presto nel cuore del giovane Ludwig. Nel 1792 parte per Vienna dove prende lezioni da Haydn, Salieri e Albrechtsberger. Le sue doti di pianista, ma non meno quelle di improvvisatore, si affermano. Il 29 marzo del 1795 tiene il suo primo concerto al Burgtheater ottenendo un successo clamoroso. In pochi anni diventa il musicista più richiesto a Vienna, Norimberga, Dresda, Praga e Berlino. Nel 1800 ha trent’anni e inizia a non distinguere chiaramente i suoni. I medici gli confermano il peggio: sta diventando sordo. Gli specialisti di oggi ne hanno identificato la causa: una rara malattia reumatica, la sarcoidosi. Sarebbe bastato poco per curare Beethoven: una cura di cortisone e, all’occorrenza, un trapianto di fegato. Ma in quell’epoca non c’era molto da fare. La notizia lo sconvolge: la sua carriera concertistica è compromessa, non gli resta che comporre. Sforna un capolavoro dopo l’altro. Gli ultimi anni di vita sono tristissimi: la sordità lo allontana da tutto e da tutti. Per comunicare scrive, scrive moltissimo: ci restano ben quattrocento quaderni di note, appunti, lettere. Muore nel 1827.