Su Il Venerdì di Repubblica del 21/09/01 a pagina 117., 21 settembre 2001
"I quadri li riuscivo a vendere, ma poi finivano proprio nelle case delle persone che detestavo di più: costruttori, farmacisti
"I quadri li riuscivo a vendere, ma poi finivano proprio nelle case delle persone che detestavo di più: costruttori, farmacisti..." "Mi sono trasferito a Pescara per studiare, qui ho iniziato la mia attività facendo mostre e comportandomi come al tempo si comportava qualunque giovane talento si sarebbe dovuto comportare per farsi strada nel mondo dell’arte con la A maiuscola... Succedeva che i quadri – che erano molto raccontati, erano già molto fumetto, e al contempo anche molto denuncia, denunciavo... la scomparsa delle tigri, l’abusivismo, Jan Palak – li riuscivo a vendere, ma poi finivano proprio nelle case delle persone che detestavo di più e che anche adesso detesto: costruttori, farmacisti... Che un quadro continuasse a mandare il suo messaggio, quasi un Sos dalla camera da letto o dall’atrio di una casa e lì dovesse svolgere tutta la sua funzione mi sembrava un po’ riduttivo e lì mi sono messo a fare fumetti" (Andrea Pazienza).