La macchina del tempo n. 9 settembre 2001 pag 52, 9 settembre 2001
Nel cuore di Manhattan, a un passo da Central Park e dai grattacieli celebrati dai film di Woody Allen, c’è l’ultimo nato nella grande famiglia dei planetari
Nel cuore di Manhattan, a un passo da Central Park e dai grattacieli celebrati dai film di Woody Allen, c’è l’ultimo nato nella grande famiglia dei planetari. l’Hayden Planetarium di New York, un vero e proprio tempio dell’astronomia. Entrarci non è solo vedere uno spettacolo, è vivere un’esperienza. L’emozione inizia già all’ingresso: l’edificio di questo teatro delle stelle, infatti, è impressionante. Un cubo trasparente di trenta metri di lato, all’interno del quale è sospesa la sala di proiezione, una sfera di oltre 20 metri. Sospesa? Certo: come un’enorme boccia da bowling, sembra fluttuare tra cielo e terra. Realizzato con una spesa di 210 milioni di dollari e inaugurato nel febbraio del 2000, l’Hayden Planetarium accoglie circa 800mila spettatori all’anno. Attorno alla sala del Planetario, mostre e percorsi che trattano ogni aspetto dell’astronomia: dalla storia dell’Universo alla formazione del Sistema Solare, dalle galassie agli asteroidi. Ma il cuore dell’Hayden è proprio la sala del Planetario. Al suo interno è installato l’ultimo modello di proiettore Zeiss, la Ferrari dei planetari, dalla raffinata tecnologia a fibre ottiche. Questa macchina straordinaria è in grado di proiettare sulla superficie interna della cupola più di 9000 stelle con un realismo assoluto; perfino la scintillazione (il debole tremolio della luce stellare prodotto dall’atmosfera terrestre) è resa in modo perfetto. La precisione della riproduzione è tale da prevedere persino la proiezione delle deep space stars, le stelle invisibili ad occhio nudo dall’uomo. E come accade nella realtà, anche sotto la cupola del planetario è necessario munirsi di un binocolo per vederle. Non basta: l’Hayden è in grado, unico al mondo, di dare l’illusione di una vera crociera a bordo di una nave spaziale. Perché ha a disposizione il Digital Galaxy Project, un sistema di controllo computerizzato che consente di riprodurre l’illusione del movimento in tre dimensioni nello spazio. Una cosa che i planetari tradizionali non sono in grado di fare. E così si può viaggiare tra le stelle, avvicinarsi a esse, girare loro intorno, vedere come si presenta lo spazio da una posizione completamente diversa da quella terrestre. Il tutto con un livello di scientificità assoluto: il database di stelle e galassie, infatti, è preso direttamente da quelli dei più recenti satelliti astronomici.