Edgarda Ferri, "Io, Caterina", Mondadori, 28 settembre 2001
Da adolescente Caterina era forte, robusta, perfino grassa. Era capace di trascinare dalla strada al granaio il carico di fascine che il mulo portava fino a casa
Da adolescente Caterina era forte, robusta, perfino grassa. Era capace di trascinare dalla strada al granaio il carico di fascine che il mulo portava fino a casa. Quando decisero di maritarla i genitori le impedirono di uscire da sola. Le fu imposto di lavarsi più spesso, di sabato, nella vasca coperta di Fontebranda. Le acconciarono i capelli in trecce arrotolate sulla testa, chiuse in una retina di seta variopinta. La sorella Bonaventura le cucì abiti eleganti e colorati. Le depilarono la fronte con calce viva mescolata ad acqua e arsenico per farla apparire alta e bombata.