Edgarda Ferri, "Io, Caterina", Mondadori, 28 settembre 2001
Per tre anni, dopo la vestizione, Caterina parlò soltanto per confessarsi e pregare. La priora delle mantellate le sequestrò il flagello
Per tre anni, dopo la vestizione, Caterina parlò soltanto per confessarsi e pregare. La priora delle mantellate le sequestrò il flagello. Aveva paura della strada e della gente, viveva rinchiusa nella sua cella di via del Tiratoio. Al confessore raccontava già di visioni, aveva sogni premonitori e in presenza di peccatori sentiva una puzza che la portava fino a vomitare. Quando faceva la comunione sentiva un profumo così forte che a volte sveniva. Il battito del suo cuore, dopo la comunione faceva un rumore così forte che le suore mandarono a chiamare più di una volta il confessore perché lo udisse anche lui. Durante le estasi cadeva rigida a terra, non sentiva nulla, nemmeno il dolore. La gente cominciò a pensare che fosse pazza o posseduta, i frati le vietarono di comunicarsi se non raramente, quando lo disponevano loro.