Edgarda Ferri, "Io, Caterina", Mondadori, 28 settembre 2001
Caterina continuava a mortificare il corpo: masticava erbe selvatiche e le sputava ingoiandone il succo
Caterina continuava a mortificare il corpo: masticava erbe selvatiche e le sputava ingoiandone il succo. Se si sforzava di mangiare non riusciva a digerire, per questo portava sempre con sé una scatolina con semi di finocchio che eventualmente l’avrebbero aiutata a vomitare. Dal settembre 1370 alla quaresima dell’anno dopo mangiò solo erbe selvatiche. Durante la quaresima osservò 40 giorni di digiuno totale. A Pasqua mangiò un po’ di pane e agnello. Tre giorni prima dell’Ascensione aveva già ripreso a digiunare.