Giovanni Ricci, "Il principe e la morte", Il Mulino, 1 ottobre 2001
Ercole II, quarto duca di Ferrara, morì il 3 ottobre 1559, poco più che cinquantenne, a causa di una febbre improvvisa
Ercole II, quarto duca di Ferrara, morì il 3 ottobre 1559, poco più che cinquantenne, a causa di una febbre improvvisa. Tre giorni dopo il suo corpo, vestito di broccato d’oro arricciato, con manto e berretta di velluto scarlatto foderati di pelliccia, fu esposto nella loggia della corte: il popolo lo rimirava a testa in su, perché il cadavere era stato disteso su una piattaforma foderata di stoffa dorata e illuminata a giorno da quattro pirmidi cariche di lumi e sovrastata da un baldacchino di velluto nero con una croce di raso bianco. La salma fu poi imbalsamata, benché (secondo quanto riferiscono i cronisti) fosse "già corrotta e guasta". Il cadavere era stato svuotato delle interiora e del cervello e riempito di "cose aromatiche" e unguenti. Il 27 novembre, cioè quasi due mesi dopo, il duca venne sepolto in effigie, la sua statua di cera deposta in una bara nella stessa cappella ardente di due mesi prima, mostrava soltanto i piedi e il volto. Il corteo funebre passò dal castello al Duomo e si concluse alla chiesa del Corpus Domini. Il figlio suo Alfonso II indossava "una gramaglia nera longissima che gli era portata dietro da tre gentilhuomini con un cappuccio in capo". Questo Alfonso, che succedette a Ercole II, in occasione del suo insediamento fece aprire le prigioni. Tra i cinquantuno liberati, anche Giulio d’Este, di anni 82 e col volto sorprendentemente fresco e prosperoso. Egli era stato chiuso 53 anni in una cella murata.