Maria Grazia Siliato, "Sindone", Piemme, 1 ottobre 2001
Per trentatré anni nessuno poté esaminare quel lembo di stoffa. Finalmente, alle 22.30 del 3 maggio 1931, il torinese Giuseppe Enrie ebbe il permesso di scattare una seconda serie di foto, ufficiali e controllate
Per trentatré anni nessuno poté esaminare quel lembo di stoffa. Finalmente, alle 22.30 del 3 maggio 1931, il torinese Giuseppe Enrie ebbe il permesso di scattare una seconda serie di foto, ufficiali e controllate. Di nuovo affiorarono dai negativi le immagini di un cadavere. Vennero scattate fotografie di molti altri teli conservati nelle chiese. Nessuno aveva tracce simili a quelle della Sindone.