Adriano Sofri, la Repubblica 28/9/2001, 28 settembre 2001
«Non schiave assuefatte tradizionalmente alla clausura domiciliare, ma persone già istruite, libere, vive, frequentatrici di scuole e luoghi di lavoro, con un viso e delle unghie curate, capaci di ridere e di cantare, catturate in un agguato improvviso e recluse nel burqa e nelle mura
«Non schiave assuefatte tradizionalmente alla clausura domiciliare, ma persone già istruite, libere, vive, frequentatrici di scuole e luoghi di lavoro, con un viso e delle unghie curate, capaci di ridere e di cantare, catturate in un agguato improvviso e recluse nel burqa e nelle mura. La tradizione dei mullah di Kabul è solo questo: la cattura di donne che erano scappate dal recinto del bestiame, già da tanto tempo. Essendo questo il centro della questione, una partita strategica si gioca in Iran, il Paese in cui più strenua è la guerra minuta che donne esperte di libertà conducono contro i loro picchiatori dalla barba regolamentare» (Adriano Sofri)