Su www.enricofermi.it, settembre 2001., 2 ottobre 2001
Commemorazione tenuta da Enrico Persico all’Università di Pisa, nel gennaio del 1955: "Quando io lo conobbi, quattordicenne, mi accorsi con sorpresa di avere un compagno di scuola non soltanto (come si dice in linguaggio scolastico) ”molto bravo”, ma di un tipo d’intelligenza completamente diversa da quello di tutti i ragazzi ”bravi” che conoscevo
Commemorazione tenuta da Enrico Persico all’Università di Pisa, nel gennaio del 1955: "Quando io lo conobbi, quattordicenne, mi accorsi con sorpresa di avere un compagno di scuola non soltanto (come si dice in linguaggio scolastico) ”molto bravo”, ma di un tipo d’intelligenza completamente diversa da quello di tutti i ragazzi ”bravi” che conoscevo. Prendemmo l’abitudine di fare lunghe passeggiate a piedi da un capo all’altro di Roma, discutendo, con giovanile presunzione, di filosofia, di politica e di scienza. Ma in queste conversazioni da ragazzi, Enrico portava una precisione d’idee, una sicurezza e originalità di giudizio che non cessavano di stupirmi. Nel campo, poi, della matematica e della fisica, egli mostrava di conoscere una quantità d’argomenti assai più elevati di quelli trattati a scuola, e li conosceva non già in modo scolastico, ma in modo tale da muovercisi dentro con assoluta disinvoltura. Poiché per lui, fino da allora, conoscere un teorema o una legge significava, essenzialmente, saperli adoperare".