Gianni Borgna, "L’Italia di Sanremo. Cinquant’anni di canzoni, cinquant’anni della nostra storia", Mondadori, 4 ottobre 2001
Nel ’61 Adriano Celentano, chiamato per il servizio militare, rischiò di non poter partecipare. Piero Vivarelli, uno degli autori del brano "Ventiquattromila baci", chiese un appuntamento all’allora ministro della Difesa Giulio Andreotti, che gli promise di interessarsi alla faccenda
Nel ’61 Adriano Celentano, chiamato per il servizio militare, rischiò di non poter partecipare. Piero Vivarelli, uno degli autori del brano "Ventiquattromila baci", chiese un appuntamento all’allora ministro della Difesa Giulio Andreotti, che gli promise di interessarsi alla faccenda. Qualche giorno dopo la cameriera disse a Vivarelli che c’era un tale ”Andreotto” al telefono. Il ministro si era letto il regolamento militare che, risalendo agli anni Venti, limitava la partecipazione dei militari ai soli spettacoli teatrali o sportivi. Poiché l’importanza del Festival era soprattutto televisiva e poiché il regolamento non faceva cenno degli spettacoli televisivi (negli anni Venti non esistevano), Andreotti disse che Celentano poteva esibirsi a Sanremo.