Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  ottobre 01 Lunedì calendario

Dopo due anni di matrimonio, la principessa araba Meriam Al-Khalifa, nipote dell’emiro del Bahrein, ha piantato in asso il suo amore americano, Jason Johnson, marine, figlio di un camionista mormone di Las Vegas

Dopo due anni di matrimonio, la principessa araba Meriam Al-Khalifa, nipote dell’emiro del Bahrein, ha piantato in asso il suo amore americano, Jason Johnson, marine, figlio di un camionista mormone di Las Vegas. Per sposarlo lei aveva disubbidito a famiglia e religione: travestita da marine, i capelli raccolti nel berretto delle truppe scelte della Quinta Flotta, era fuggita dal Bahrein e aveva celebrato le nozze di nascosto a Las Vegas (vedi ”Foglio del lunedì” del 24/7/2000). La storia aveva mandato in sollucchero giornali e televisioni: lui, caporale yankee, degradato per punizione a soldato semplice, lei, principessa in Arabia e felice casalinga in America. In questi due anni Meriam escludeva di tornare in patria e non voleva saperne della famiglia. Tuttavia da qualche tempo, all’insaputa del marito, aveva ripreso a scrivere e-mail alle sue quattro sorelle. Sabato 29 settembre, senza dir niente a nessuno, s’è presentata all’aeroporto di Las Vegas, ha ritirato il biglietto prepagato dal papà ed è tornata a Manama. Johnson, incredulo, innamoratissimo, sostiene che lei non si lamentava mai di nulla.